La traduzione interpretante

Tra la realtà e le rappresentazioni,
le traduzioni

Secondo un modo comune di pensare, la nostra esperienza nel mondo ha a che fare  con un dualismo: da un alto sta la cosiddetta Realtà, dall’altro le sue molteplici Rappresentazioni, ovvero i linguaggi attraverso cui parliamo delle cose reali, e attraverso cui le descriviamo, le comprendiamo, le sperimentiamo, le comunichiamo. Intanto, forse è opportuno rinominare i due rami di questo dualismo. E così direi che al posto di Realtà è meglio dire mondo fattuale, ossia il mondo dei fatti e degli oggetti, degli eventi, di tutto ciò che sta di fronte a noi ma da noi è separato e indipendente. E al posto di Rappresentazioni propongo l’espressione mondo semiotico, ovvero quel mondo che sta dentro di noi, nella soggettività così come nella storia e nella cultura. Così, secondo un certo intendimento dell’Oggetto dinamico di Peirce, direi che il mondo fattuale è il mondo che ha effetto sul mondo semiotico, il quale a sua volta diviene significazione del mondo fattuale.

Il mondo fattuale è – almeno per ciò che riguarda la nostra percezione – immodificabile. Al contrario, il mondo semiotico che è sempre mobile e in mutamento. Il mondo semiotico è segnato dal mondo fattuale. A sua volta, il mondo fattuale è conoscibile solo attraverso il repertorio di segni che esso stesso suggerisce alla mente. Infatti, da che cosa traggono origine le metafore se non dal modo in cui noi vediamo e interpretiamo le cose del mondo? E che cosa è la pittura che chiamiamo “realista” se non una rappresentazione determinata dal (più che adeguata al) mondo esterno?

Nessun dualismo, quindi, ma una continua e reciproca serie di traduzioni.

Tra la realtà e le rappresentazioni,
le traduzioni
in SalzBox.wordpress.com
Milano, 01/11/2013

https://salzbox.wordpress.com/2013/11/01/tra-la-realta-e-le-rappresentazioni-le-traduzioni/